Carlo Carrà (Quargnento, 11 febbraio 1881 – Milano, 13 aprile 1966) è stato un importante pittore italiano, figura chiave del movimento futurista e successivamente esponente della Metafisica e del "Valori Plastici".
La sua carriera artistica può essere suddivisa in diverse fasi:
Periodo Pre-Futurista: Inizia la sua formazione artistica frequentando l'Accademia di Brera a Milano. In questi anni, il suo stile è influenzato dal Divisionismo e dal Simbolismo.
Futurismo: Carrà aderisce al Futurismo nel 1909, firmando il Manifesto dei pittori futuristi. In questo periodo, le sue opere sono caratterizzate dalla rappresentazione del movimento, della velocità e della dinamicità del mondo moderno. Dipinti come "I funerali dell'anarchico Galli" sono emblematici di questa fase.
Metafisica: Intorno al 1917, Carrà si avvicina alla Metafisica, sviluppata da Giorgio de Chirico. Le sue opere assumono un carattere enigmatico e sospeso, con figure immobili e ambienti irreali. "L'ovale delle apparizioni" e "La Musa Metafisica" sono esempi di questa fase.
"Valori Plastici" e Ritorno all'Ordine: Negli anni '20, Carrà aderisce al movimento "Valori Plastici" e si orienta verso un ritorno alla tradizione pittorica italiana, ispirandosi al Rinascimento e al Quattrocento. Questo periodo è caratterizzato da un maggiore realismo e da una semplificazione delle forme.
Ultimi anni: Negli ultimi anni della sua vita, Carrà continua a dipingere, sviluppando un linguaggio pittorico personale e riconoscibile. Si dedica anche alla scrittura, pubblicando saggi e memorie sulla sua esperienza artistica.
Carrà è considerato uno dei maggiori pittori italiani del XX secolo, capace di reinventarsi e di influenzare le successive generazioni di artisti. La sua opera è presente in numerosi musei e collezioni private in tutto il mondo.